Essere puntuali

mercoledì 31 ottobre 2007

Legge Regionale sul Commercio

Modifiche all’art. 3 della L.R. 24 luglio 2006, n. 25: Principi e criteri per la determinazione degli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali ed individuazione dei comuni ad economia turistica, delle città d’arte e dei comuni di interesse storico-artistico

Art. 1
Modifiche all’art. 3 della L.R. 25/2006

1. All’art. 3 della L.R. 25/2006 è aggiunto dopo il comma 9 il seguente comma:
9 bis I comuni possono derogare dall’applicazione delle disposizioni del presente articolo per 41 giornate domenicali o festive più le giornate di chiusura previste dal comma 3.
2. Al comma 5 dell’art. 3 della L.R. 25/2006, le parole "di cui all’art. 11, comma 2 del D.Lgs. 114/1998", sono sostituite dalle parole "di cui all’art. 11, comma 5 del D.Lgs. 114/1998".

Art. 2
Integrazioni all'art. 10 della L.R. 62/1999

1. All'art. 10 della L.R. 9 agosto 1999, n. 62 (Indirizzi programmatici e criteri per l'insediamento delle attività di vendita al dettaglio su aree private in sede fissa a norma del D.Lgs. 114/1998) dopo il comma 6 è inserito il seguente comma:
6 bis. Le previsioni e le limitazioni di cui ai commi che precedono non si applicano alle grandi strutture di vendita ed agli esercizi specializzati del settore non alimentare di cui al D.Lgs. 114/1998 qualora coesistano le seguenti condizioni:
a) sono relativi ad esercizi commerciali a grande fabbisogno di superficie nei quali almeno il 90% della superficie di vendita sia relativo alle seguenti categorie: autoveicoli, motoveicoli, nautica, mobili, arredamento, illuminazione, casalinghi, legnami, materiali edili, giardinaggio, fino ad una superficie di vendita massima di 18.000 mq;
b) si collocano in aree di interesse di più comuni e/o province, servite da un sistema viabilistico di livello superiore o autostradale;
c) si riferiscono ad attività aventi un bacino di vendita di livello regionale, derivante dall'unicità e dall'ampiezza dell'offerta proposta;
d) si perfezioni un "accordo di programma", o altro istituto equivalente, con il Comune competente che, in tale ipotesi, rilascia direttamente l'autorizzazione commerciale;
e) garantiscono fin dall'apertura, pena la revoca dell'autorizzazione stessa, l'assunzione di dipendenti, con impegno a trasformare a tempo indeterminato il contratto di lavoro di almeno il 70% degli assunti.

Art. 3
Modifiche all'art. 79 della L.R. 34/2007

2. All'art. 79 della L.R. 1.10.2007, n. 34 recante: Disposizioni di adeguamento normativo e per il funzionamento delle strutture, dopo le parole "il programma PRUSST" sono inserite le parole "e l'accordo di programma".

Art. 4
Entrata in vigore

3. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo.

****************

Attesto che il Consiglio regionale, con provvedimento n° 81/5 del 23.10.2007, ha approvato la presente legge.

L’Aquila, 24 ottobre 2007 IL PRESIDENTE

domenica 28 ottobre 2007

La disinformazione sul voto IDV nel Consiglio dei Ministri Sul Ponte di Messina

Ponte di Messina: fine della storia

Incontro straordinario con voi ma non per parlare del Consiglio dei Ministri. Vi voglio spiegare di persona la questione del ponte sullo stretto di Messina. Credo non ci sia stato, questa settimana, niente di peggio della disinformazione che è stata fatta. Vi parlo con carte alla mano. Il messaggio che è passato è che Di Pietro vuole fare il ponte di Messina e per questo abbia rischiato di far cadere il governo, si sia messo contro tutto e tutti e voglia addirittura mantenere un carrozzone dove ci sono sprechi e chissà cosa d'altro. Ma quando mai!Viene raccontata così perché non si vuol dire come stanno veramente le cose: alcuni esponenti della sinistra massimalista vogliono distruggere tutto spendendo dieci volte di più per raggiungere un risultato già raggiunto.
Andiamo con ordine: il ponte sullo stretto abbiamo detto che non lo facciamo e non lo stiamo facendo. Abbiamo detto all'inizio della legislatura che i soldi che il centrodestra aveva destinato a ques'opera li avremmo utilizzati per farne altre più urgenti in Sicilia e Calabria.Carte alla mano: firma mia e di Loiero. Per la Calabria, con i soldi del ponte, facciamo due tratti della s.s. 106 ionica. Carte alla mano: firma del ministro delle infrastrutture e del Presidente della Regione Sicilia Cuffaro, quello che parla sempre del ponte. Pure lui ha sottoscritto l'accordo. I fondi li destiniamo all'area metropolitana di Palermo, Catania e Messina. Già deciso.
Questo emendamento presentato per eliminare la società Stretto di Messina non serve a niente, perché i soldi li abbiamo destinati per cose più urgenti: metropolitana in Sicilia e statale ionica in Calabria. Di più: hanno detto che si deve eliminare il carrozzone della società Stretto di Messina perché spreca molti soldi. Già fatto! C'è già la mia disposizione per la Società Stretto di Messina: disposizione di sopprimere ogni sede secondaria e trasferire quella primaria presso il provveditorato alle opere pubbliche, al mio ministero o presso l'ANAS, a zero euro. Tutto il personale, ad eccezione di massimo cinque unità indispensabili, viene eliminato. Il Consiglio di Amministrazione viene azzerato, sostituendolo con un amministratore unico nella persona del presidente dell'ANAS che non verrà pagato. E' stato inoltre disposta l'eliminazione di tutti i consulenti. Questa società, per disposizione amministrativa, non spenderà più nulla. Allora mi spiegate il perché di quel telefilm l'altra sera in Senato, per far credere agli italiani che si deve sciogliere la società ed eliminare la legge che dispone la costruzione del ponte sullo stretto? L'abbiamo già fatto. Cosa diceva l'emendamento, carte alla mano? Che bisogna revocare anche la legge del 1971 che prevede la costruzione del ponte. Se si elimina questa legge, automaticamente bisogna dare alla società che ha vinto la gara 271 milioni di euro e la società Stretto di Messina, che ha un valore di 150 milioni di euro, si azzera. Se si elimina quella legge, come prevede l'emendamento, si deve valutare un indennizzo per tutte le società interessate. Allora: 280-300 milioni di penale, 150 milioni del valore della società Stretto di Messina, altri 60 milioni di indennizzo. Questo scherzetto sarebbe costato 500 milioni di euro circa, per raggiungere un risultato che io ho già raggiunto. Io non voglio fare il ponte sullo stretto, ma da persona che sa far di conto non voglio spendere altri soldi. Questi signori avrebbero fatto spendere altri 400-500 milioni di euro. Di più: il loro emendamento recita: “Istituire un'agenzia per lo sviluppo della logistica nell'area dello Stretto di Messina”. Non ho capito: un altro carrozzone? Che cos'è l'agenzia per lo sviluppo dell'area dello Stretto di Messina? Ci sono già gli uffici per fare lo sviluppo: c'è il ministero dei trasporti, quello delle infrastrutture, la regione Sicilia e il suo assessorato ai trasporti, la regione Calabria e il suo assessorato ai trasporti... ma possibile che ogni volta sia necessaria una società per assumere un altro centinaio di dipendenti come quelli della società Stretto di Messina?Lo scopo qual è? Eliminare un carrozzone di centrodestra per farne uno di centrosinistra. Cari signori dell'informazione, raccontate le cose come stanno. Cari signori della politica, non approfittatevi della buona fede dei cittadini facendogli credere che voglio sprecare altri soldi, quando siete voi a volerlo fare. Con questa mia precisazione, chiudo questa questione convinto di averla spiegata correttamente ai cittadini. Agli altri, che son sordi, non importa nulla delle mie parole.
Antonio Di Pietro

COUNTER

Annunci GratuitiForum Gratisphp nuke GratisBlog GratuitoAlbum Gratuito

Risorse gratis dalla rete