Essere puntuali

lunedì 5 novembre 2007

CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

Oggetto: Convocazione Consiglio Comunale.

alle ore 14.00 di martedì - 6 novembre 2007 - per la trattazione dei seguenti argomenti:


1. LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE E POTENZIAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE PORTUALI - PIANO REGIONALE 2007 - PROPOSTA CO.A.SIV. - AUTORITA' CAPOFILA UFFICIO CIRCONDARIALE MARITTIMO DI VASTO - PROVVEDIMENTI.

2. APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEL PALABCC.

3. MODIFICA REGOLAMENTO PER PUBBLICITA'.

4. LOTTI EDIFICATORI DISPONIBILI PER EDILIZIA ECONOMICO-POPOLARE PROVVEDIMENTI.

5. ORDINE DEL GIORNO PROPOSTO DALLE MINORANZE AVENTE AD OGGETTO: "Commissione d’indagine per Vasto Film Festival"

6. INTERROGAZIONI ED INTERPELLANZE

mercoledì 31 ottobre 2007

Legge Regionale sul Commercio

Modifiche all’art. 3 della L.R. 24 luglio 2006, n. 25: Principi e criteri per la determinazione degli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali ed individuazione dei comuni ad economia turistica, delle città d’arte e dei comuni di interesse storico-artistico

Art. 1
Modifiche all’art. 3 della L.R. 25/2006

1. All’art. 3 della L.R. 25/2006 è aggiunto dopo il comma 9 il seguente comma:
9 bis I comuni possono derogare dall’applicazione delle disposizioni del presente articolo per 41 giornate domenicali o festive più le giornate di chiusura previste dal comma 3.
2. Al comma 5 dell’art. 3 della L.R. 25/2006, le parole "di cui all’art. 11, comma 2 del D.Lgs. 114/1998", sono sostituite dalle parole "di cui all’art. 11, comma 5 del D.Lgs. 114/1998".

Art. 2
Integrazioni all'art. 10 della L.R. 62/1999

1. All'art. 10 della L.R. 9 agosto 1999, n. 62 (Indirizzi programmatici e criteri per l'insediamento delle attività di vendita al dettaglio su aree private in sede fissa a norma del D.Lgs. 114/1998) dopo il comma 6 è inserito il seguente comma:
6 bis. Le previsioni e le limitazioni di cui ai commi che precedono non si applicano alle grandi strutture di vendita ed agli esercizi specializzati del settore non alimentare di cui al D.Lgs. 114/1998 qualora coesistano le seguenti condizioni:
a) sono relativi ad esercizi commerciali a grande fabbisogno di superficie nei quali almeno il 90% della superficie di vendita sia relativo alle seguenti categorie: autoveicoli, motoveicoli, nautica, mobili, arredamento, illuminazione, casalinghi, legnami, materiali edili, giardinaggio, fino ad una superficie di vendita massima di 18.000 mq;
b) si collocano in aree di interesse di più comuni e/o province, servite da un sistema viabilistico di livello superiore o autostradale;
c) si riferiscono ad attività aventi un bacino di vendita di livello regionale, derivante dall'unicità e dall'ampiezza dell'offerta proposta;
d) si perfezioni un "accordo di programma", o altro istituto equivalente, con il Comune competente che, in tale ipotesi, rilascia direttamente l'autorizzazione commerciale;
e) garantiscono fin dall'apertura, pena la revoca dell'autorizzazione stessa, l'assunzione di dipendenti, con impegno a trasformare a tempo indeterminato il contratto di lavoro di almeno il 70% degli assunti.

Art. 3
Modifiche all'art. 79 della L.R. 34/2007

2. All'art. 79 della L.R. 1.10.2007, n. 34 recante: Disposizioni di adeguamento normativo e per il funzionamento delle strutture, dopo le parole "il programma PRUSST" sono inserite le parole "e l'accordo di programma".

Art. 4
Entrata in vigore

3. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo.

****************

Attesto che il Consiglio regionale, con provvedimento n° 81/5 del 23.10.2007, ha approvato la presente legge.

L’Aquila, 24 ottobre 2007 IL PRESIDENTE

domenica 28 ottobre 2007

La disinformazione sul voto IDV nel Consiglio dei Ministri Sul Ponte di Messina

Ponte di Messina: fine della storia

Incontro straordinario con voi ma non per parlare del Consiglio dei Ministri. Vi voglio spiegare di persona la questione del ponte sullo stretto di Messina. Credo non ci sia stato, questa settimana, niente di peggio della disinformazione che è stata fatta. Vi parlo con carte alla mano. Il messaggio che è passato è che Di Pietro vuole fare il ponte di Messina e per questo abbia rischiato di far cadere il governo, si sia messo contro tutto e tutti e voglia addirittura mantenere un carrozzone dove ci sono sprechi e chissà cosa d'altro. Ma quando mai!Viene raccontata così perché non si vuol dire come stanno veramente le cose: alcuni esponenti della sinistra massimalista vogliono distruggere tutto spendendo dieci volte di più per raggiungere un risultato già raggiunto.
Andiamo con ordine: il ponte sullo stretto abbiamo detto che non lo facciamo e non lo stiamo facendo. Abbiamo detto all'inizio della legislatura che i soldi che il centrodestra aveva destinato a ques'opera li avremmo utilizzati per farne altre più urgenti in Sicilia e Calabria.Carte alla mano: firma mia e di Loiero. Per la Calabria, con i soldi del ponte, facciamo due tratti della s.s. 106 ionica. Carte alla mano: firma del ministro delle infrastrutture e del Presidente della Regione Sicilia Cuffaro, quello che parla sempre del ponte. Pure lui ha sottoscritto l'accordo. I fondi li destiniamo all'area metropolitana di Palermo, Catania e Messina. Già deciso.
Questo emendamento presentato per eliminare la società Stretto di Messina non serve a niente, perché i soldi li abbiamo destinati per cose più urgenti: metropolitana in Sicilia e statale ionica in Calabria. Di più: hanno detto che si deve eliminare il carrozzone della società Stretto di Messina perché spreca molti soldi. Già fatto! C'è già la mia disposizione per la Società Stretto di Messina: disposizione di sopprimere ogni sede secondaria e trasferire quella primaria presso il provveditorato alle opere pubbliche, al mio ministero o presso l'ANAS, a zero euro. Tutto il personale, ad eccezione di massimo cinque unità indispensabili, viene eliminato. Il Consiglio di Amministrazione viene azzerato, sostituendolo con un amministratore unico nella persona del presidente dell'ANAS che non verrà pagato. E' stato inoltre disposta l'eliminazione di tutti i consulenti. Questa società, per disposizione amministrativa, non spenderà più nulla. Allora mi spiegate il perché di quel telefilm l'altra sera in Senato, per far credere agli italiani che si deve sciogliere la società ed eliminare la legge che dispone la costruzione del ponte sullo stretto? L'abbiamo già fatto. Cosa diceva l'emendamento, carte alla mano? Che bisogna revocare anche la legge del 1971 che prevede la costruzione del ponte. Se si elimina questa legge, automaticamente bisogna dare alla società che ha vinto la gara 271 milioni di euro e la società Stretto di Messina, che ha un valore di 150 milioni di euro, si azzera. Se si elimina quella legge, come prevede l'emendamento, si deve valutare un indennizzo per tutte le società interessate. Allora: 280-300 milioni di penale, 150 milioni del valore della società Stretto di Messina, altri 60 milioni di indennizzo. Questo scherzetto sarebbe costato 500 milioni di euro circa, per raggiungere un risultato che io ho già raggiunto. Io non voglio fare il ponte sullo stretto, ma da persona che sa far di conto non voglio spendere altri soldi. Questi signori avrebbero fatto spendere altri 400-500 milioni di euro. Di più: il loro emendamento recita: “Istituire un'agenzia per lo sviluppo della logistica nell'area dello Stretto di Messina”. Non ho capito: un altro carrozzone? Che cos'è l'agenzia per lo sviluppo dell'area dello Stretto di Messina? Ci sono già gli uffici per fare lo sviluppo: c'è il ministero dei trasporti, quello delle infrastrutture, la regione Sicilia e il suo assessorato ai trasporti, la regione Calabria e il suo assessorato ai trasporti... ma possibile che ogni volta sia necessaria una società per assumere un altro centinaio di dipendenti come quelli della società Stretto di Messina?Lo scopo qual è? Eliminare un carrozzone di centrodestra per farne uno di centrosinistra. Cari signori dell'informazione, raccontate le cose come stanno. Cari signori della politica, non approfittatevi della buona fede dei cittadini facendogli credere che voglio sprecare altri soldi, quando siete voi a volerlo fare. Con questa mia precisazione, chiudo questa questione convinto di averla spiegata correttamente ai cittadini. Agli altri, che son sordi, non importa nulla delle mie parole.
Antonio Di Pietro

lunedì 2 luglio 2007

La mia posizione sulla situazione Urbanistica a Vasto

IL DIRITTO URBANISTICO NON E’ UNO SPORT PER PARLARNE OCCORRE CONSAPEVOLEZZA.
Nelle ultime elezioni Provinciali, Regionali e Nazionali è stata espressa una chiara volontà di cambiamento. Il paese ha, nella stragrande maggioranza, eletto giunte di centro-sinistra. La ricerca di cambiamento è stata l’espressione democratica di un profondo malessere che attanagliava il paese, Anche Vasto ha risentito di questo Trend e per la prima volta, nella storia della nostra città, una coalizione di centro sinistra ha vinto le elezioni amministrative e si è insediato alla guida della città, lo slogan di quei giorni era Vasto Cambia. CAMBIARE significa pensare in grande per favorire obbiettivi strategici di rinascita e sviluppo. A tale proposito, una parola chiara va detta sulla espansione Urbanistica della nostra città, occorre subito una rivisitazione del P.R.G. in modo da stabilire regole corrette che debbono essere rispettate da tutti, è giunto il momento di discutere apertamente, senza secondi fini, di politica urbanistica. Da tempo, tutti ci lamentiamo che nella nostra città non esiste più una politica urbanistica, e ci si è affidato solo alle richieste che sono venute dall’imprenditoria e dal cosiddetto "mercato immobiliare". Dopo l’approvazione del piano regolatore generale, pubblicato sul B.U.R.A. in data 11 - giugno –2001, gli atti concreti ed importanti in tema urbanistico sono state solo alcune varianti interpretative delle norme esistenti, spesso parziali e quindi senza l’iter della variante generale, e sempre su richiesta del privato, ciò ha provocato ulteriori danni ad un piano di per se già estensivo.
Certo, bisogna al più presto (non basta rivisitare solo le attuali Norme Tecniche) tornare a governare il territorio, l’Urbanistica, la Pianificazione, l’ambiente diventano capitoli straordinari della città. Vasto è stata saccheggiata da una deregulation urbana che è sotto gli occhi di tutti. Una deregulation talmente negativa che ha bloccato il giusto l'equilibrio tra la concessione privata e il diritto del bene comune, ristabilendo regole e principi per non favorire gli speculatori, spesso di fuori Regione, che investono i loro capitali sulla nostra città senza lasciare nessun beneficio economico sul nostro territorio colpendo esclusivamente gli imprenditori edili locali, gli artigiani (anche essi di fuori regione) che vedono saturata ogni possibilità operativa.
Perciò occorre un programma politico-amministrativo riguardante il territorio del Comune di Vasto, occorre premettere che non potranno più essere ammesse azioni tendenti a proseguire nel degrado generalizzato, attraverso l’edificazione indifferente e priva di valutazioni critiche, che ha contraddistinto l’azione delle amministrazioni precedenti, ed in particolare dell’ ultima uscente.
Le politiche urbane e territoriali dovranno essere riferite al concetto di "sostenibilità globale" mirando principalmente al corretto utilizzo del suolo con giusti equilibri tra interventi di tutela e di trasformazione, che diano sempre la possibilità di valorizzare le irripetibili bellezze paesaggistiche e le preesistenze storico-archeologiche ed architettoniche che caratterizzano Vasto.
Gli interventi di trasformazione urbana e territoriale dovranno essere assoggettati a preventiva valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale per quanto attiene gli effetti derivanti dalla relativa attuazione, prestando dovuta attenzione alle vocazioni, alle tradizioni ed alla cultura della comunità locale e promuovendo in tal senso politiche di perequazione urbanistica e territoriale (ambientale, economica e sociale).
I suddetti criteri generali dovranno trovare attuazione in appositi sistemi di riferimento coordinati e legati tra loro da una unica programmazione che dovrà riguardare, una attenta revisione del P.R.G., la riconsiderazione del centro storico, della residenza, del sistema dei servizi, del verde, delle aree produttive, della mobilità, della logistica e del porto, della fascia costiera, delle frazioni, del sistema integrato con i Comuni contermini e con quello di San Salvo in particolare; ambiti questi su cui dovranno essere previste puntuali azioni e modalità di valutazione, attraverso monitoraggi e bilanci continui sin dalla formazione del piano, al fine di poterne verificare effetti e conseguenze. perchè tutti gli strumenti urbanistici devono poter essere flessibili e rispondere, prontamente, alle esigenze che possono sorgere con lo scorrere del tempo.
Dovranno essere coinvolti nel processo di rivisitazione qualificata del territorio i soggetti pubblici e privati, dal mondo imprenditoriale a quello della cultura, con riferimento agli atti e documenti di pianificazione di area vasta in essere ed in divenire, quali il vigente Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ed il piano territoriale delle attività produttive.
Tale modalità di approccio al tema della pianificazione condivisa consentirà l’attiva partecipazione alle scelte da parte della cittadinanza con la consapevolezza di conoscere ogni determinazione che la riguarda direttamente.
Nello specifico l’azione di revisione del P.R.G. dovrà essere rivolta:
Alla predisposizione di uno schema strategico di assetto con previsione delle fasi di attuazione legate alla programmazione economica-finanziaria del bilancio del Comune, anche attraverso modalità operative pubblico/private;
Agli approfondimenti tematici di alcune componenti strutturanti il piano ad un ambito più vasto, in particolare per quanto concerne: - il sistema dei servizi (anche in termini di offerta ai comuni limitrofi), - il sistema della mobilità (Piano Urbano della Mobilità, ecc.), il sistema costiero. In tale contesto occorrerà necessariamente tenere in debito conto degli studi e dei progetti condotti dalla Provincia in attuazione del P.T.C.P. e ciò al fine di una più compiuta conoscenza ed integrazione conoscitiva dello stato dei luoghi, della coerenza delle scelte di piano con gli indirizzi evidenziati nei progetti e negli studi citati, dell’attuazione degli interventi previsti e della verifica anche in senso critico degli obiettivi in essi contenuti (Progetto tematico in campo agricolo, Carta archeologica della Provincia di Chieti, Rete ecologica provinciale, Sistema scolastico provinciale, ecc.); la revisione del nuovo piano dovrà riguardare:
La Zona Agricola, da riconsiderare in termini di produttività, offerta turistico-residenziale e delle tradizioni culinarie (agriturismo, ecc.), paesaggio, conservazione dello stato dei luoghi, verifica della sostenibilità ambientale ed economica (conoscenza dello stato di fatto e individuazione delle strutture coerenti, di quelle potenziabili, di quelle da delocalizzare);
Il recupero e nuovo insediamento delle attività produttive. In tal senso, le scelte di piano dovranno tenere conto delle indicazioni contenute nell’adottato Piano Territoriale delle Attività Produttive, procedendo, anche nel senso di una integrazione coerente delle previsioni in esso contenute, alla evidenziazione delle criticità esistenti, alla messa in rete delle attività produttive, alla predisposizione di un sistema adeguato dei servizi, all’individuazione e qualificazione degli elementi di forza rispetto ai quali attuare operazioni di marketing territoriale, all’attuazione di politiche di recupero di attività e/o ambiti dismessi, ecc.;
La Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) del piano, al fine di monitorare gli effetti delle scelte condotte sulla collettività; occorrerà censire gli elementi potenziali del rischio localizzato al fine di prevenire il costo sociale degli insediamenti, in termine di pericoli per la salute pubblica, sociale ed ambientale e di compromissione dell’ambiente naturale.
all’istituzione di un osservatorio per il monitoraggio del piano e per l’intercettazione delle diverse esigenze della collettività, anche al fine della predisposizione del Bilancio Sociale, del Bilancio Ambientale, ecc..
Dovranno essere fornite risposte esaurienti ai seguenti temi:
Centro Storico: ci si dovrà dotare di uno strumento di riabilitazione del tessuto edilizio esistente, di tutela attiva dell’intero ambito che sviluppi effettive politiche di valorizzazione dell’inestimabile patrimonio storico-culturale ed insediativo, in ordine al quale deve purtroppo oggi registrarsi una generalizzata aggressione acritica ed avulsa da regole effettivamente capaci di produrre valore aggiunto in termini economici, storico-culturali, turistici e di internazionalizzazione, che dovrebbe invece contraddistinguere Vasto nella dimensione che le compete, ovvero tra le città più belle del centro-sud.
In tal senso l’azione dovrà promuovere politiche concertate, partecipate e condivise di riqualificazione urbana (con l’intervento diretto dei cittadini, degli altri Enti, delle associazioni di categoria, ecc.) tendenti a creare e diffondere valore aggiunto nell’economia locale, attraverso modalità che salvaguardino in maniera attiva l’identità culturale, sociale e storica, mirando principalmente alla promozione di una nuova politica delle qualità nel riassetto delle aree e dei comparti del centro, del corretto rapporto tra gli spazi pubblici e quelli privati, di una migliore accessibilità e qualità della vita, mediante la riorganizzazione delle vie, delle piazze e dei percorsi storici (Portauova, Corso Dante, Via Marchesani, Corso Plebiscito, Piazza Barbarotta, Piazza Caprioli, ecc) della rete dei parcheggi, della promozione turistica e culturale, del sostegno di tutte quelle azioni tendenti a migliorare le attività terziarie in atto, nel perseguimento del centro commerciale diffuso. In tale contesto si dovrà predisporre studi tematici sull’uso dei materiali, sul colore, sulla salvaguardia della permanenza della riconoscibiltà dei caratteri storico-architettonici formali e tipologici dei vecchi edifici.
Residenza: occorrerà prioritariamente perseguire politiche di recupero del patrimonio edilizio esistente; per le nuove espansioni, comunque da relazionarsi alla effettiva domanda insediativa, (evitando fenomeni di pesante ed indifferente cementificazione e quindi di un incontrollato consumo dei suoli), dovranno essere attivate politiche di corretto insediamento individuando le aree effettivamente vocate a tale uso ovvero privilegiando le aree già in parte impegnate. Nella trasformazione e/o stratificazione territoriale si dovrà comunque sempre considerare la valorizzazione, protezione, mitigazione, attraverso il costante monitoraggio e bilancio ambientale sull’attuazione e sulle previsioni. Le nuove costruzioni dovranno diversificarsi nell’offerta degli alloggi (edilizia agevolata per giovani coppie, nuclei familiari ridotti, edilizia per anziani, ecc.) e dei servizi alla residenza di quartiere, attraverso modalità e forme di intervento tali da consentire una effettiva perequazione urbana, finalizzata anche alla realizzazione degli spazi e servizi sia pubblici che di uso pubblico.
Servizi: gli spazi pubblici e/o di uso pubblico dovranno essere concepiti e localizzati secondo "criteri di flessibilità" con le specifiche destinazioni d’uso, nel rispetto delle quantità e soprattutto delle qualità prestazionali, da modulare sulle effettive esigenze connesse alla residenza, alla mobilità, alla dotazione di spazi verdi di livello urbano e territoriale, alla valorizzazione delle attività e degli spazi pubblici esistenti, da integrare con i necessari parcheggi di interscambio plurifunzionali (turistico, pubblico, residenziale).
Ambiente: il territorio di Vasto è interessato da elementi di rilevante qualità ambientale quali il Fiume Sinello, i Siti di Importanza Comunitaria (paesaggio dunale), la Riserva naturale di Punta Aderci e da un ambito costiero di valenza territoriale da salvaguardare e potenziare. Le politiche e le azioni in tale scenario dovranno pertanto essere finalizzate alla riorganizzazione del sistema del verde costituito dalla messa in rete delle proprietà pubbliche (quali ad esempio il parco tematico aqualand e le restanti proprietà pubbliche da valorizzare) con le aree di pregio ambientale, anche attraverso collegamenti ciclo-pedonali e ad energia pulita e con le emergenze ambientali e territoriali dei Comuni contermini. In sinergia con le questioni suddette dovrà essere tempestivamente ridefinito il piano spiaggia comunale, il quale dovrà necessariamente considerare l’integrazione con il territorio retrostante, costituito dall’armatura urbana esistente e di previsione, dal paesaggio e dalle aree ferroviarie dismesse, operazione questa strutturante e fondamentale per l’intera fascia a Mare (pedonalizzazione, logistica, ecc).
Attività produttive: le attività produttive di tipo artigianale, commerciale e di servizio, dovranno essere dimensionate coerentemente con le dinamiche occupazionali e con le tendenze in atto; ciò anche attraverso una politica di valorizzazione e di riqualificazione ambientale, connessa alla delocalizzazione di quelle attività che presentano incompatibili livelli di criticità. Occorrerà assicurare una piena sostenibilità agli interventi di riconversione, con riferimento ai valori paesaggistici, ambientali e naturalistici di Punta Aderci, delle aree dei Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) ed alla zona archeologica di Punta Penna. In linea con gli atti di pianificazione provinciale necessitano per l’ Agglomerato di Punta Penna urgenti politiche per la risoluzione di problematiche legate al riutilizzo e alla dismissione di edifici produttivi, nonché ad ipotesi di delocalizzazione di alcune attività che presentano evidenti situazioni di incompatibilità ambientale e ciò per la contemporanea presenza di una riserva naturale, di aree ad alta valenza paesaggistica e di siti archeologici di notevole rilevanza. In tale ambito dovranno esere tenute in debita considerazione le indicazioni di scenario sulle infrastrutture puntuali ed a rete.
Cordialità
Consigliere Comunale Italia Dei Valori
Sabatini Corrado

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